Massaua: la “Porta dell’Impero”

La città e porto di Massaua si trova sulla sponda africana del Mar Rosso all’incirca a metà percorso fra Suez e lo stretto di Bab El Mandeb ed ha rappresentato per molte generazioni di italiani il punto di riferimento dal quale porto_massauainiziare la conoscenza e le esplorazioni dell’Africa Orientale.

Quando il 5 febbraio 1885 l’Ammiraglio Caimi vi sbarcò, prendendone possesso in nome dell’Italia, essa contava 3.500 abitanti di cui 150 europei. La situazione di endemica guerra civile in Etiopia aveva reciso quasi completamente i legami economici con l’entroterra al quale, del resto, era unita da malagevoli mulattiere e da nessuna moderna infrastruttura. Essa, però, aveva un porto naturale che era forse il migliore del Mar Rosso ed una potenzialità strategica che lasciava intravedere un grande avvenire commerciale. Questa città fu la capitale della nostra prima colonia, la Colonia d’Eritrea, dal 1885 al 1900 e da essa prese l’avvio contrastato e a volte incerto della nostra espansione verso l’interno e sull’altopiano fino alla fondazione di Asmara dove venne trasferita la capitale.

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ferrovia_eritrea_monculloImmediatamente dopo la sua acquisizione ci si mise all’opera per dotare la città portuale delle infrastrutture viarie indispensabili al suo sviluppo. Si iniziò con la costruzione di una ferrovia già dal 1888 che raggiunse nel 1911 Asmara a 2.400 metri sul livello del mare con una linea arditissima dotata di innumerevoli viadotti e gallerie per un percorso di 120 km. Negli anni successivi alla Grande Guerra, la linea fu prolungata fino a Cheren e ad Agordat per uno sviluppo complessivo di 350 km.

ponte_dogaliDi pari passo, ma sopratutto negli anni 35-36, venne realizzata una moderna strada asfaltata percorribile da ogni tipo di autoveicolo e con opere d’arte significative. Tuttavia, le necessità logistiche della guerra italo-etiopica e, sopratutto, le prospettive commerciali dello sviluppo dell’Impero dell’A.O.I. suggerirono di aggiungere alla ferrovia e alla strada una grandiosa teleferica, ai tempi, la maggiore del mondo, che in 75 km. di percorso poteva trasportare l’equivalente di 30 vagoni ferroviari nei due sensi ed a costi nettamente inferiori.

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Parallelamente al potenziamento viario si dette il via al potenziamento portuale, fin dai primi anni, ma in maniera intensificata e decisiva negli anni 30. Il vecchio, pittoresco porto arabo-eritreo dal traffico limitato venne trasformato in un moderno emporio commerciale. A lavori finiti, alla vigilia della guerra, nel 1940, il porto disponeva di 1.000 massaua_frigorifero_portualemetri di banchina con forti fondali adatta ad accogliere numerose grandi navi contemporaneamente e 120 metri di banchina per velieri ed imbarcazioni minori. I magazzini doganali si estendevano per 34.000 metri quadrati, di cui 20.000 coperti, mentre il movimento delle merci era facilitato da numerose gru elettrice e a vapore. Il porto di Massaua raggiunse, così, un movimento di 1.000.000 di tonnellate di merce e 240.000 passeggeri. Il Lloyd Triestino, la società della Finmare che esercitava il traffico nazionale oltre Suez e oltre Gibilterra, faceva sostare tutte le sue navi a Massaua per i rifornimenti, anche quelle dirette in India, in Estremo Oriente e in Australia; ma non erano poche anche le navi tedesche, olandesi e giapponesi che preferivano il rifornimento a Massaua anziché quello ad Aden.

massaua_palazzo_governatoreDi pari passo si andava trasformando la città stessa sotto un moderno piano regolatore. Si andarono realizzando imponenti opere edili per la sistemazione della crescente popolazione nazionale ed eritrea: furono realizzati uffici pubblici, un modernissimo ospedale, alberghi adeguati alle moderne esigenze sanitarie, una zona industriale ove sorsero cantieri per le riparazioni navali, le industrie della lavorazione del pesce, di cui al mar Rosso è particolarmente prodigo, un grandioso cementificio e le importanti saline. Per le esigenze militari e delle navi che sostavano nel porto, fu realizzato un grande impianto di distillazione di acqua marina capace di 30 tonn. di ghiacchio e 700 tonn. di acqua distillata al giorno, mentre, per le necessità civili, al vecchio acquedotto di Dogali venne unito il nuovissimo che in 42 km. di condotte portava l’acqua del torrente Alighedè alla città. Ne si trascurò l’aspetto architettonico, realizzando anche numerosi edifici, sopratutto commerciali, in stile arabo-eritreo per lasciare alla città il suo carattere orientale. La popolazione era così salita a 16.000 abitanti dei quali oltre 5.000 italiani.

ferrovia_massaua-asmaraLa Seconda Guerra Mondiale portò alla distruzione di numerose infrastrutture e opere portuali e segnò la fine di questa grande opera di colonizzazione. Oggi sulle carte geografiche Massaua è un piccolo nome scritto in inglese e niente dice alle giovani generazioni. Ma se i nostri giovani leggeranno domani dell’impegno che i nuovi colonizzatori, i cinesi, stanno profondendo in Eritrea e magari li ammireranno in cuor loro, spero che con il contributo del nostro blog L’Italia Coloniale, possano conoscere il grande sogno ed il grande lavoro dei nostri padri.

di Fabio Pacini – © Tutti i diritti riservati